s.s. Benedict XVI
Un re si innamorò di una bellissima giovane del suo popolo. “Non può, Sire -gli dicevano i saggi di corte- deve scegliere una principessa”. Ma egli era attratto da quella popolana che puliva le sue stalle; quella stracciona, povera, ma bellissima ragazza, aveva conquistato il cuore del Re. Si potrebbe a questo punto concludere la favola con la conclusione tipica e cioè che il Re, benignamente, dicesse alla popolana: “Lascia il tuo casolare, vieni ad abitare nella mia reggia, ti incorono con il diadema e ti faccio mia principessa.” Il solito lieto finale emozionante che cambia una vita. La ragazza che commossa dicesse: “Ero povera, il Re mi ha cercato e per amore mi ha portato nella sua reggia”. Ma questa storia ha un finale alternativo, perchè c’è la possibilità folle che il Re lasci la reggia e vada come mendicante alla porta di quella povera ragazza, vestito anche lui di stracci, disposto a pulire le stalle e a dirle: io ora sono povero come te, vuoi sposarmi? Ho associato questa storia del filosofo danese Kierkegaard, (1813 – 1855) alla notizia shock delle dimissioni di Benedetto XVI. Del resto non è questo lo stile di Dio? E anche il cammino di Quaresima appena iniziato è nella logica di una spoliazione totale. Un Papa che lascia il “palazzo” per continuare così a servire la Chiesa e il suo Signore, consapevole di ciò che è. Anche questa è umiltà. Anche questo dà forza ad uno dei titoli propri del Papa: Servus Servorum Dei, "Servo dei Servi di Dio” .
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