letterina 20121013

L'ABC della fede

L’anno delle Fede appena aperto, ci dà l’occasione per riflettere proprio sulla fede, per evitare di dare per scontato ciò che scontato non è. Lo facciamo attingendo da un agile scritto del Cardinal Giacomo Biffi, che sarà proposto man mano nell’affondo della Lette...Rina e di cui qui riporto l’introduzione.
C’è chi pensa che aver fede sia qualcosa di fortuito e, tutto sommato, di irrilevante (pressappoco come aver i capelli rossi o gli occhi grigi). Qualcuno è dell’avviso che il credere sia magari anche una fortuna, ma una fortuna del tutto casuale ( come far soldi al “gratta e vinci”). I più comunque ritengono sia qualcosa di marginale nell’esistenza dell’uomo.
Gesù che è il solo maestro che non delude non è di questo parere.
Egli mette in relazione la fede con la salvezza: per lui è dunque qualcosa di sostanziale, qualcosa di necessario se non si vuole che la nostra avventura umana finisca in un fallimento.
Non si può dunque parlare di fede, se insieme non si parla del fatto che abbiamo tutti bisogno di essere salvati. Da che cosa?
Salvati primi di tutto dall’insignificanza nostra e dell’universo: ha uno scopo la nostra venuta al mondo?
Salvati dall’indegnità morale che più o meno ci contamina tutti (“salvati dai nostri peccati”, come dice il linguaggio cristiano).
Salvati dalla prospettiva che la morte coincida con il nostro annientamento: prospettiva che già adesso vanificherebbe tutti i nostri atti, perché se viviamo per andare a finire nel niente viviamo già adesso per niente.

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Pranzo e Castagnata

Incontro genitori Ado

letterina 20121006

Anno della fede

L’11 ottobre (ricordando il 50° anniversario dell’apertura del Concilio ecumenico Vaticano II e il 20° della pubblicazione del Catechismo della Chiesa cattolica) prende il via l’Anno della fede.
Obiettivo:
Ravvivare la fede nei singoli e far uscire il cristianesimo dalle secche della marginalizzazione cui l’Occidente secolarizzato sembra averlo via via relegato. L’obiettivo dell’Anno della fede e della prossima Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi (7-28 ottobre) interroga tutti, senza eccezioni.
La lettera “Porta fidei” con cui Benedetto XVI ha indetto l’Anno della fede, ricorda che “nel nostro contesto culturale tante persone, pur non riconoscendo in sé il dono della fede, sono comunque in una sincera ricerca del senso ultimo e della verità definitiva sulla loro esistenza e sul mondo. Questa ricerca è un autentico “preambolo” alla fede, perché muove le persone sulla strada che conduce al mistero di Dio”. Da questa diffusa “ricerca” parte l’Anno, “per dare rinnovato impulso – ha detto papa Ratzinger nel darne l’annuncio, il 16 ottobre 2011 – alla missione di tutta la Chiesa a condurre gli uomini fuori dal deserto in cui spesso si trovano verso il luogo della vita, l’amicizia con Cristo che ci dona la vita in pienezza”.
Alla base, il riconoscimento che “la Chiesa ha il dovere di annunciare sempre e dovunque il Vangelo di Gesù Cristo”.
Anche quella Chiesa che è la nostra Parrocchia.
Diamoci tutti da fare. Intanto, con i pellegrini in Terrasanta, pregheremo anche per questo, lì dove la Parola s’è fatta carne.

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Pranzo e Castagnata

Incontro genitori Ado

letterina 20120929

Dal 4 ottobre...

Nei lavori dei Consigli Parrocchiali, lo scorso anno pastorale, ci eravamo più volte confrontati sulla partecipazione alla celebrazione eucaristica festiva (una delle priorità, ricordate?), con uno sguardo anche a quella dei giorni feriali.
Avevamo anche fatto alcune rilevazioni sul numero dei partecipanti, scegliendo alcune date lungo tutto l’anno, che sono ora in mano ad un sociologo per la rilettura (che presenteremo appena possibile). Una delle decisioni prese va in porto in questo anno pastorale ed è in riferimento alla messa del giovedì (chiamata degli Uffici): non sarà più alle 16.30, ma alle 9.00 del mattino, sempre in chiesa parrocchiale. Fino a giugno 2013, in via sperimentale, vedremo se potrà favorire una maggior partecipazione. In verità, nel percorso dell’anno, già altre volte c’è questa messa alle 9.00 (ad es. per i tridui, per la novena di Natale, nei giorni iniziali della Settimana Santa...) ed è vero che ci sono più persone, creando anche quell’aria di paese che da noi non si respira come nei paesi “normali”, dove c’è una piazza e l’abitato tutto intorno e la gente fa la spesa, si saluta, beve il caffè, compra il giornale, entra in chiesa con il bambino, va negli uffici pubblici... Qui si viaggia in lungo… Si potrà obiettare che chi lavora non può sicuramente partecipare:
invece alle 16.30 sì? Non potranno esserci i ragazzi: ma quanti ne vedete alle messa della settimana ?(anche se insistiamo perché almeno nel giorno dell’onomastico, del compleanno, dei vari anniversari... ci siano).
Le 9.00 sono sicuramente un orario abbordabile e potrebbe essere l’occasione per favorire la partecipazione di che è a casa, dei pensionati, delle mamme che portano alle scuole i figli, di chi già c’era quando si faceva al mattino... di chi sceglie di esserci.
Nell’anno della fede e del XX del Catechismo della Chiesa Cattolica, verrà poi proposto un momento di catechesi per gli adulti perché, forse, i più sguarniti in questo senso, sono proprio loro.
Allora avete capito: dal 4 ottobre, festa di San Francesco d’Assisi, Patrono d’Italia, la messa del giovedì sarà alle 9.00.
Poi inizieremo anche la proposta della catechesi.

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letterina 20120922

Potresti farlo anche tu...

Giovedì 27 settembre c’è l’Assemblea parrocchiale d’inizio anno.
E’ un appuntamento che troviamo in calendario solo da alcuni anni, ma che riveste un grande significato e che vorrei entrasse sempre più nelle tappe d’inizio anno pastorale.
Quest’anno vi invito partendo da una storiella:


Erano sposati da cinquant'anni.
Un giorno alla stazione si sedettero su una panchina ad aspettare il treno. Sulla panchina di fronte a loro erano seduti due giovani innamorati.
I due anziani osservavano la giovane coppia in silenzio.
Il ragazzo abbracciava la ragazza con tenerezza e la baciava con trasporto. L'anziana donna, con gli occhi che brillavano, sfiorò il marito con la mano e gli sussurrò: "Potresti farlo anche tu!". L'uomo la guardò sdegnato: "Cosa! Ma se non la conosco neanche!".


Ecco, la Parrocchia non “sta insieme” solo da 50 anni (per la precisione sono 668), ma ha bisogno del “trasporto di tutti”. Il tempo rischia certo di far sorvolare su alcuni aspetti significativi del vivere insieme. Allora è importante darci alcune occasioni per riprendere uno stile, una partecipazione, un sogno…per prendere la parola.
L’assemblea parrocchiale non si propone come la bacchetta magica, ma come momento prezioso in cui, una famiglia, si racconta e si dice cos’è che la unisce e quale il cammino da fare. Sì, potresti farlo anche tu, perché la “sposa” non è seduta sulla panchina, davanti a  te, ma è la realtà in cui vivi. E anche lei ha bisogno di te…
Ci sarai?

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Anno 2012 - 13

Apputamenti Estivi 2012

letterina 20120915

A come ASCOLTO

Sembra banale. Eppure la Bibbia incomincia cosi: Dio parla e la luce ascolta, la terra ascolta, le acque ascoltano, ascolta perfino l’uomo. Se vuoi esistere devi ascoltare. Esiste solo chi ascolta, chi tende l’orecchio alla voce dell’Altro. Se Lui ti parla tu esisti. Esisti perché la Voce dice che sei cosa ”molto buona”! e questa notizia è vera. Chi ti sussurra altro nell’orecchio, come un sibilo sordo e monotono, dice una bugia. Ascoltare ti ridà la misura di ciò che sei. La storia della salvezza incomincia così: Abramo ascolta. Ascolta, ”vattene vattene”(Gn12,1) la fede incomincia con qualcuno che parte. ..Ascolta : vattene dalle tue pretese. In fondo, se anche poi avrai ragione, che ci avrai guadagnato? Ascolta per non perdere l’altro. E per non perdere Dio. Chi ascolta attraversa il dolore. Piange, ma non ne resta schiacciato, perché chi per una volta almeno ha ascoltato la Voce sa trasformare le situazioni difficili della vita in occasioni per amare. Per amare di più e fino alla fine, anche quando il cuore è tradito, le aspettative deluse, il corpo provato, il buon nome infangato. La parola è come un’ancora. È come una zattera. Quando l’hai cercata e meditata di notte, quando ti è stata annunciata nelle difficoltà, quando hai accettato che solo la Parola, e la Parola della Pasqua, potesse entrare in casa tua nei giorni del lutto e del pianto fugando le parole leggere della gente venuta per consolarti, allora hai ascoltato.Come i profeti della scrittura. Tutti i Profeti hanno ascoltato nella prova:  per questo hanno saputo scorgere tra le rovine di Gerusalemme segni di speranza, nella gola della morte palpiti di vita. Così come non si sono fatti incantare dai palazzi dei potenti, denunciando con forza le menzogne degli oppressori. Il profeta annunzia la parola ascoltata e a questa sola obbedisce. Una donna. La Vita ha preso possesso di lei entrando dall’orecchio, ha udito un annuncio, la più bella notizia che una creatura potesse ascoltare: ”Concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù “ (Lc 1,31). La via della fecondità passa attraverso l’ascolto. Non chiederti perché nella tua vita non ci sono frutti. Piuttosto: perché non ascolti?

Suor Katia

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letterina 20120908

Caro zio,

zietto come mi piaceva chiamarti negli ultimi anni quando la malattia ha fugato il tuo naturale pudore verso la manifestazione dei sentimenti questo è il mio ultimo, intimo saluto.
Quando venerdì il tuo feretro è arrivato in Duomo la prima persona, tra i fedeli presenti, che ti è venuta incontro era un giovane in carrozzina, mi è parso affetto da Sla. D’improvviso sono stata colta da una profondissima commozione, un’onda che saliva dal più profondo e mi diceva: «Lo devi fare per lui» e per tutti quei tantissimi uomini e donne che avevano iniziato a sfilare per darti l’estremo saluto, visibilmente carichi dei loro dolori e protesi verso la speranza. Lo sento, Tu vorresti che parlassimo dell’agonia, della fatica di andare incontro alla morte, dell’importanza della buona morte. Morire è certo per noi tutti un passaggio ineludibile, come d’altro canto il nascere e, come la gravidanza dà, ogni giorno, piccoli nuovi segni della formazione di una vita, anche la morte si annuncia spesso da lontano. Anche tu la sentivi avvicinare e ce lo ripetevi, tanto che per questo, a volte, ti prendevamo affettuosamente in giro...
Avevi paura, non della morte in sé, ma dell’atto del morire, del trapasso e di tutto ciò che lo precede… Se tu potessi usare oggi parole umane, credo ci diresti di parlare con il malato della sua morte, di condividere i suoi timori, di ascoltare i suoi desideri senza paura o ipocrisia...
Seppure fisicamente non cosciente – ma il tuo spirito l’ho percepito ben presente e recettivo – l’agonia non è stata né facile, né breve. Ciò nonostante, è stato un tempo che io ho sentito necessario, per te e per noi che ti stavamo accanto, proprio come è ineludibile il tempo del travaglio per una nuova vita...Tu diresti «la resa alla volontà di Dio»...
Chi era con te ha sentito nel profondo che era necessaria una presenza affettuosa e siamo stati insieme, nelle ultime ventiquattro ore, tenendoti a turno la mano, come tu stesso avevi chiesto…Quando è arrivato l’ultimo respiro ho percepito che qualcosa si staccava dal corpo, che lì sul letto rimaneva soltanto l’involucro fisico. Lo spirito, la vera essenza, rimaneva forte, presente seppure non visibile agli occhi. Grazie Zio per averci permesso di essere con te nel momento finale.

Giulia Facchini Martini
(stralci della lettera pubblicata su La Stampa di Torino, il 4 settembre 2012)

 

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Anno 2012 - 13

Apputamenti Estivi 2012

5 Porte

Cinque porte

 

Cinque soglie per accostarsi in punta di piedi all'anno della fede;
per tentare di rileggerlo a partire da un punto di vista più "profano".

Cinque tappe che si snodano all'interno della Chiesa di Palazzago
per profumare le giornate di una Comunità in Festa.

 Cinque feritoie per svelare il mistero del "Sacro"
celato nella semplicità del quotidiano.

 Spazi di un passaggio, a volte stretti: Porte.

 Cinque Porte.