letterina 20190317

Lo sport in Oratorio

Sul “tavolo” dell’Equipe Educativa dell’Oratorio ci sono, ogni volta, “piatti appetitosi” intorno ai quali confrontarci, tra noi e con Alessia, facilitatrice del progetto, per conto dell’Ufficio degli Oratori di Bergamo, raccolti nel grande tema del senso di appartenenza. Ed è così che abbiamo condiviso punti di forza e di debolezza del nostro oratorio, attenzione ad ambiti specifici, come ad esempio il Palio delle Contrade, (ricordate la campagna dello scorso anno “Save the palio”? che ha permesso di non farlo morire proprio nel XXX, ma che ha continuamente bisogno di motivazione e partecipazione anche per questo XXXI) e progettazione di interventi e iniziative.
Ultimamente stiamo affrontando il tema dello sport, a partire anche dalla situazione creatasi alcuni anni fa, quando il campo di calcio è stato occupato dal cantiere per la ristrutturazione della Casa di Comunità. La squadra “Oratorio Calcio” s’era trasferita per allenamenti e partite al Centro Sportivo Comunale “don Aldo Tubacher”. A lavori ultimati non è più tornata per diversi motivi, non ultimo il fatto che nel frattempo alcuni giocatori sono cambiati, arrivando da altri paesi. Così, la motivazione iniziale - dare vita e coinvolgimento all’oratorio del paese con il calcio - che aveva guidato ormai diversi anni fa i fondatori del gruppo, è venuta meno. Ad oggi quindi, non c’è nessuno che utilizzi regolarmente il campo, per allenamenti e partite. La storia ci insegna che lo sport è sempre stato di casa negli oratori, anzi, la gran parte delle realtà sportive ha avuto lì ideazione e attuazione. Nel frattempo anche le realtà comunali, le polisportive... si sono ben organizzate.
Con l’Equipe Educativa abbiamo cominciato a parlarne, facendoci alcune domande del tipo: è opportuno tenere un campo così in sabbia? Non potremmo pensare ad un campetto sintetico e ad uno polivalente per pallavolo e basket? Come permettere in ogni caso di montare le strutture per la Festa di Comunità in quegli spazi? E poi il verde, le panchine, i giochi? Lavorare alla formazione di un gruppo sportivo, una squadra...? Tante domande che potrebbero portare ad una ridefinizione degli spazi sportivi, ma dentro un progetto più ampio, con un coinvolgimento che si vorrebbe allargare a tutta la Comunità. Per questo ne parliamo pubblicamente chiedendo se c’è qualche genitore, interessato, giovani e non solo con idee e proposte, suggerimenti, collaborazioni.
Vi attendiamo al prossimo incontro dell’Equipe, giovedì 11 aprile, ore 20.30.Senza paura.

E.E.O.

 

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Quaresima 2019

Quaresima 2019

Obbediente fino alla morte e alla morte di croce Filippesi 2,8

Quaresima2019

 

 

Una grande croce accompagna il cammino quaresimale, concreta risposta alla scala dell’Avvento: Dio, nel suo Figlio Gesù, non solo guarda dall’alto, quell’alto cui l’uomo anela e pone i suoi passi per poterlo anche solo sfiorare, ma si china sull’umanità fino ad abbracciarla, fino a mettersi ai suoi piedi, fino a…NON scendere dalla croce.        

                                                                                        

E la ritroviamo così:     

arco della nuova ed eterna alleanza,

cuore aperto,  

ponte sull’eternità.

 

Quaresima2019 2

 

  

Intorno, abbiamo l’installazione di opere contemporanee, per non dimenticare fuori dalla chiesa, che la riflessione e la produzione artistica continuano con le categorie dell’uomo di oggi. Quest’anno abbiamo chiesto a Gregorio Cividini, di Martinengo. L’artista  opera mettendo a confronto tra loro materiali diversi: legni di olmrovere incisi e graffiati come gradoni di cava, in forza di squarci d'ascia e ruvidezze di sgorbie, legni di tuja dai riflessi violacei o tavole di acacia dalla durezza petrosa o cime di castagno dilavate da intemperie e forgiate in rastremature scanalate da colonna. Tutto questo a convivere con morbidezze imperturbabili e amorosamente tornite, incastri di legni, ferri e pietre. E proprio così ritroviamo alcune sue opere (Cristo sofferente, testa di Giovanni Battista, San Sebastiano…), con il culmine di tanto pensiero che si incarna nella umanità dei suoi Crocifissi, che, come gli alberi, raccontano la storia del tempo, abitato dal Mistero. Verso l’Eternità.

 

Cividini è nato a Martinengo nel 1951. Dopo il liceo artistico a Bergamo, ha frequentato a Milano l’accademia delle Belle Arti di Brera dove nel 1975 si è diplomato in scultura alla scuola di Luciano Minguzzi. Ha insegnato al liceo artistico di Bergamo e  titolare della cattedra di scultura a Lovere .

 

 

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letterina 20190310

Lo sport in Oratorio

Il prossimo 15 marzo la guerra in Siria entrerà nel nono anno (2011-2019).
Sul campo restano, secondo le stime, mezzo milione di morti – di questi più di 20mila sono bambini - e milioni di rifugiati e sfollati interni. E le cifre sono destinate a salire perchè si combatte ancora nel sud-est della Siria a Baghuz, ultima roccaforte dell’Isis alla frontiera con l’Iraq, dove centinaia di jihadisti sono asserragliati tra le case diroccate usando i civili come scudi umani. E anche al confine tra Siria e Turchia, a nord di Damasco, nell’enclave di Idlib, dove resistono altri irriducibili delle armate jihadiste del Califfo Al Baghdadi.
In questo clima di violenza e di morte, la provata comunità cristiana si appresta a vivere l’ennesima Quaresima.
Padre Hanna Jallouf è il parroco latino di Knayeh, villaggio siriano non distante proprio da Idlib. Francescano siriano della Custodia di Terra Santa, padre Hanna, 66 anni, è rimasto con il suo confratello Louai Bsharat a prendersi cura della sparuta comunità cristiana locale. Tutti i preti e i sacerdoti che c’erano sono fuggiti dopo che molte chiese e luoghi di culto sono stati distrutti o bruciati. Lo stesso parroco fu rapito, nell’ottobre 2014, con altri suoi parrocchiani da un gruppo islamista e poi rilasciato. “Come agnelli in mezzo ai lupi”, dice ricordando le parole del Vangelo.
La Quaresima è un tempo di grazia durante il quale prepararsi alla Pasqua. Un tempo privilegiato per guardarsi dentro e rifare i conti con noi stessi davanti al Signore. Così come un bravo contadino che fa i suoi conti alla fine dell’anno per vedere come è andato il raccolto. Questo tempo è basato su quattro colonne: digiuno, preghiera, carità e pentimento. Ma spesso siamo soliti ricordare solo la carità e dimenticare il digiuno, la preghiera e il pentimento.
Il nostro essere ha bisogno di uscire dal quotidiano di tanto in tanto, per rinnovarsi e per riscoprire il suo valore. Ma non si può fare questo passo se non seguiamo le quattro colonne della Quaresima. Cerchiamo di scoprire questa strada grazie alla parola del Signore che ci viene offerta ogni Domenica nell’Eucarestia.
Da noi, qui in Siria, tanti cristiani ancora osservano la vecchia forma del digiuno, cioè prendere un pasto al giorno. Senza carne, senza pesce, senza grassi, senza latte e formaggi. Solo erbe e cereali conditi con olio. Essi praticano tante forme di pietà religiosa per arrivare alla festa di Pasqua rinnovati umanamente e spiritualmente. Cerchiamo, dunque, di vivere questo tempo per riscoprire la nostra fede e la nostra dignità cristiana“.

Hanna Jallouf

 

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letterina 20190303

Non multa sed multum

Niente allarmismi: non si tratta di multe, ma di una massima latina tratta da una frase di Plinio il Giovane che alla lettera suona così: ”Non molte cose, ma molto”.
Negli anni di Seminario, soprattutto quelli di teologia, tornava questo adagio per gli impegni della Quaresima, invitando a non fare tante cose, ma a farle bene.
Potremmo farlo nostro per la Quaresima che iniziamo mercoledì, con il segno delle ceneri. Certo, se guardiamo le proposte riportate sul pieghevole e gli avvisi sulla Lette...Rina, troviamo “multa”, cioè molte cose. Ma si sa: in una Comunità le proposte sono ampie, perché ognuno possa scegliere.
Proprio nella logica del “multos”, invece, sarebbe bello che in ogni casa ci si desse un momento per guardarsi in faccia e progettare insieme gli impegni quaresimali. Dirsi le cose è anche un aiuto a rimanervi fedeli.
E’ chiaro che il cammino verso la Pasqua è ben più di “opere”, “fioretti” o “impegni”, ma tutto ciò ha il pregio di un “fare” che tiene aperti i cuori. Pensiamo anche solo al mercoledì delle ceneri con l’invito al digiuno e all’astinenza dalla carne e da cibi ricercati. Ti aiuta a capire che il tempo, anche quello liturgico, non è tutto uguale.
Il Papa, nel suo messaggio per questa quaresima, così scrive: ”Digiunare, cioè imparare a cambiare il nostro atteggiamento verso gli altri e le creature: dalla tentazione di “divorare” tutto per saziare la nostra ingordigia, alla capacità di soffrire per amore, che può colmare il vuoto del nostro cuore. Pregare per saper rinunciare all’idolatria e all’autosufficienza del nostro io, e dichiararci bisognosi del Signore e della sua misericordia. Fare elemosina per uscire dalla stoltezza di vivere e accumulare tutto per noi stessi, nell’illusione di assicurarci un futuro che non ci appartiene. E così ritrovare la gioia del progetto che Dio ha messo nella creazione e nel nostro cuore, quello di amare Lui, i nostri fratelli e il mondo intero, e trovare in questo amore la vera felicità”.
Allora, adottando la massima “non multa sed multum” si potrebbe dire: io voglio pregare un po’ di più, oppure non avere pretese verso i miei di casa, o non farmi ripetere le cose cinque volte; io andrò a messa, sarò più ordinato, non mancherò alla via crucis dei venerdì, parteciperò agli incontri di formazione...
Ma, attenti: non per sentirci bravi e accampare pretese del tipo: “Faccio questo, però tu, Signore, mi dai questo, questo e quest’altro” ... oppure per buttare giù mezzo chilo di peso o per i più svariati motivi. Solo per amore.
E’ l’amore che salva.
E’ l’amore che ci salva.

 

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letterina 20190224

Manutenzione

Termina il percorso di preparazione al matrimonio cristiano che ogni anno le nostre parrocchie programmano nei mesi di gennaio e febbraio. Sono sempre numerose le coppie che partecipano: quest’anno 19. E, particolarmente in questa edizione, si è creato un bel clima, attraverso le proposte dei diversi relatori, il confronto a piccoli gruppi, la presentazione di ogni coppia a partire da una provocazione, la preghiera. Una delle espressioni affidate nel sesto incontro e rimasta incisa nei presenti è: manutenzione di coppia.
Quando si vive in una casa da un po’ di tempo a un certo punto si sente il bisogno di ridipingere le pareti, cambiare gli infissi, rifare i pavimenti: “Chissà perché – ci diceva don Giuseppe Belotti, prete, psicologo e formatore – la gente pensa che nella coppia non sia necessario alcun tipo di manutenzione, che una relazione vada avanti da sé, senza doverci lavorare. Poi, al primo ostacolo le unioni crollano perché mancano le attenzioni, le ristrutturazioni, la ritinteggiatura dei rapporti”.
Lungi dal pensare che, arrivati al matrimonio si sia ormai esperti in amore, la vita di coppia ha bisogno continuamente di essere alimentata. Un conto infatti è il tempo dell’innamoramento, un conto è la scelta e la dedizione; un conto è la vita in due, un conto quando arrivano i figli; un conto è vivere “dai miei”, un conto fare le potature che servono... A volte capita di dare per scontate alcune cose che, a lungo andare, incrinano le relazioni. Poi, ci si guarda indietro e ci si chiede:” Come abbiamo potuto arrivare a questo punto?” E’ mancata la manutenzione di coppia. Ma potremmo anche aggiungere: manutenzione dell’amicizia, delle scelte, dei valori, della fede, del rapporto con Dio.
Sì, perché tutto ciò che non si evolve si corrompe e lo stare fermi è già retrocedere. Allora, “manutenzione” è per tutto ciò che ci sta a cuore. La facciamo per la caldaia, per la macchina, per la casa e per il giardino. Perché non dovremmo metterla in cantiere per la coppia, per la famiglia, per la fede, per la comunità?

 

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letterina 20190217

La Dichiarazione di Abu Dhabi

Dopo le dichiarazioni di Marrakech e di Islamabad, arriva la Dichiarazione di Abu Dhabi, firmata anche da Papa Francesco e dal Grande Imam di al Azhar Ahmed al Tayyib. Una dichiarazione considerata come “un invito alla riconciliazione e alla fratellanza tra tutti i credenti, anzi tra i credenti e non credenti, e tra tutte le persone di buona volontà”, in un mondo in cui c’è una “coscienza umana anestetizzata e l’allontanamento dai valori religiosi”.
La richiesta, forte, è che tutti “cessino di strumentalizzare le religioni per incitare all’odio, alla violenza, all’estremismo e al fanatismo cieco”, e che “smettano di usare il nome di Dio per giustificare atti di omicidio, di esilio, di terrorismo e di oppressione”.
Divisa in 12 punti, su temi che vanno dalla cittadinanza da riconoscere a tutti alla libertà religiosa, passando anche per la protezione dei bambini e degli anziani e la pari dignità della donna, la dichiarazione è un appello non solo agli “architetti della politica internazionale”, ma anche a tutti gli intellettuali, per creare un mondo più fraterno, perché se Dio è padre, allora “il credente è chiamato ad esprimere questa fratellanza umana, salvaguardando il creato e tutto l’universo e sostenendo ogni persona, specialmente le più bisognose e povere”.
Scopo del documento è quello di diventare “una guida per le nuove generazioni verso una cultura del reciproco rispetto, nella comprensione della grande grazia divina che rende tutti gli esseri umani fratelli”. Ed è un documento che viene lanciato in nome di Dio “che ha creato tutti gli esseri umani uguali nei diritti, nei doveri e nella dignità”, dell’anima umana che Dio ha proibito di uccidere, dei poveri, dei miseri, dei bisognosi, delle categorie bibliche del povero dell’orfano e della vedova, ma anche delle vittime di guerre, persecuzioni, ingiustizie, dei deboli, dei prigionieri di guerra, dei torturati. E anche a nome dei popoli senza sicurezza, della fratellanza umana “lacerata dalle politiche di integralismo e dei sistemi”, della libertà della giustizia e della misericordia.
L’appello ai leader del mondo è “di intervenire, quanto prima possibile, per fermare lo spargimento di sangue innocente, e di porre fine alle guerre, ai conflitti, al degrado ambientale e al declino culturale e morale che il mondo attualmente vive”, e agli intellettuali perché “riscoprano i valori della pace, della giustizia, del bene, della bellezza, della fratellanza umana e della convivenza comune, per confermare l’importanza di tali valori come àncora di salvezza per tutti e cercare di diffonderli ovunque”.

 

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