L'affondo
Brembate come Avetrana?
Mi hanno chiesto che cosa penso della vicenda di Avetrana, del delitto di Sarah e della "verità parcellizzata, ogni giorno un pezzetto e sempre un po' diversa. Rispondo che faccio fatica a pensare, anche perché l'unica cosa certa è che ci troviamo di fronte all'abisso del male, davanti al qualevsi vorrebbe urlare e insieme cadere in un silenzio altrettanto fragoroso. La cosa più odiosa - omicidio a parte, naturalmente - è l'innescarsi di una curiosità becera, che rende banale l'abisso del male, trasformandolo in una materia per "guardoni" che, con la scusa di portare un fiore sul luogo del delitto per ricordare la povera vittima, rendono ancora più assurda l'azione degli assassini. E se c'è una cosa ancora più odiosa della curiosità della gente, è che a trasformarla in ennesima notizia sono la stampa e la televisione, becere anch'esse, curiose e moraliste... Si vorrebbe stare in silenzio, invece bisogna alzare la voce e stigmatizzare questo festival delle chiacchiere. Il male si è impadronito di una famiglia intera, e su di essa sono calati gli stormi di avvoltoi, dai giornalisti agli avvocati, dai criminologi agli psicologi. Tutti hanno una analisi perfetta da sciorinare. Qualcuno lo aveva addirittura previsto che l'omicida era quello - si vedeva da come alzava le spalle davanti alle telecamere - ma poi ha dovuto ricredersi: era quella, non quello, o forse addirittura quelli. Ora, comprando il giornale alla mattina, la gente si aspetta che lo scenario cambi ancora diventi più cupo. Se si potesse scovare all'origine di tutto un retroterra di violenza in salsa di pedofilia - magari con il coinvolgimento anche di un prete! - beh, la storia potrebbe continuare a lungo e si potrebbero fare altri pruriginosi Porta a Porta o Matrix o Quarto Grado o Terra. Gli ascolti? Sono altissimi, segno evidente che la gente vuole questo. E nessuno che ci provi a cambiare palinsesto. Io onestamente non so proprio che cosa pensare di fronte all'abisso del male, che può spalancarsi dentro il cuore di ogni uomo. Mi verrebbe da aggiungere che quello stesso cuore Uno lo ha già guarito in profondità, ma non ce ne siamo ancora accorti e la nostra libertà malata continua a maneggiare il "regalo" che ci ha fatto il serpente. Ma soprattutto vorrei invitare i cristiani ad una preghiera, a talk-show rigorosamente spenti, da cuore a Cuore.
d. Agostino Clerici
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