L'affondo
Solo
Sono rimasto solo. (preghiera di un prete-parroco nelle giornate eucaristiche) |
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Sono rimasto solo. (preghiera di un prete-parroco nelle giornate eucaristiche) |
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Adorare: pupille dilatate
E’ stato montato l’apparato del Triduo, con un’infinità di candele e luci che vogliono far corona al sole dell’Eucarestia. Vivremo le giornate eucaristiche (ex Quarantore) accendendo questi segni ma, soprattutto, accendendo i cuori, perché sarebbe un controsenso far brillare centinaia di candele e lasciar spenta la nostra presenza. Le riflessioni che seguono ci aprono al senso dell’adorazione eucaristica alla quale siamo tutti invitati, ben sapendo che non è una preghiera immediatamente facile, ma alla quale continuiamo ad invitare nei primi venerdì del mese e in occasioni particolari come questa. Adorare è...ciò che farai tu... |
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Segni dei tempi - segni dei luoghi
Viviamo in un “territorio” che non è scenario asettico della vita cristiana bensì lo spazio in cui i cristiani ascoltano il mondo – gli uomini e le donne con le loro sofferenze, le speranze e le fatiche; il creato, l’ambiente e la terra... – perseguendo responsabilmente il bene comune insieme agli altri uomini ed esercitando la propria responsabilità. Il territorio è il luogo in cui i cristiani sono innestati nella comune vicenda culturale di un popolo e dove devono ogni giorno discernere i “segni dei tempi”, che spesso si manifestano anche come “segni dei luoghi”. E in questo territorio si vota, cioè si scelgono le persone che danno tempo e passione per farlo più bello e umano. Proprio per questo è importante dire come la pensiamo, andando a votare, poiché, appartenendo alla città e alla società degli uomini, occorre essere soggetti responsabili. Non ci deve essere alcuna diffidenza o contraddizione rispetto all’appartenenza alla società e alla cittadinanza: si è realmente cristiani, discepoli del Signore Gesù Cristo, se ci si lascia ispirare dal Vangelo e se, attraverso l’istanza mediatrice della coscienza, si da’ il contributo sotto la forma dell’azione politica la quale resta, come già diceva Pio XI, “il campo della più vasta carità”. |
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La beatificazione di papa Wojtyla
La beatificazione di Karol Wojtyla è avvenuta in piazza san Pietro. In piazza. Le ovvie ragioni pratiche – dare un minimo di spazio alla massa enorme di gente arrivata da tutte le parti del mondo – non cacenllano i significati simbolici dell’evento. La piazza è un po’ chiesa: lo spazio nel quale il “mondo” che sta fuori, quello del bailamme cittadino, viene parzialmente filtrato per preparare il fedele a entrare nella chiesa. Per questo un buon sagrato ha sempre un disegno, come a condurre, a portare per mano verso la chiesa. La quale, oltretutto, inizia a presentarsi nella facciata dove spesso alcune immagini che si troveranno dentro si affacciano. Questo è vero di ogni piazza. Ma lo è soprattutto di piazza san Pietro, con il suo specialissimo disegno, la scalinata che porta leggermente verso l’alto, le molte statue che la ornano e gli innumerevoli simbolismi che le vanno dietro, da sempre. Ecco: la beatificazione di Karl Wojtyla è avvenuta lì. Mi pare che il significato più forte che ne vien fuori è questo: la cerimonia è un sacro che tende a diventare profano e viceversa. Dal blog: Cristiani e società |
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Donna della ferialità
Numeri telefonici dei sacerdoti dell’Unità Pastorale:
Don Lorenzo (Gromlongo) 035 540059 ; 3394581382.
Don Umberto (Barzana) 035 540012; 3397955650.
Don Paolo (Burligo) 035 550081.
Don Giuseppe (Palazzago) 035 550336 ; 3471133405.
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La speranza
Numeri telefonici dei sacerdoti dell’Unità Pastorale:
Don Lorenzo (Gromlongo) 035 540059 ; 3394581382.
Don Umberto (Barzana) 035 540012; 3397955650.
Don Paolo (Burligo) 035 550081.
Don Giuseppe (Palazzago) 035 550336 ; 3471133405.