letterina 20100919

L'affondo 

Non sono in vendita

Una giovane coppia entrò nel più bel negozio di giocattoli della città. L'uomo e la donna guardarono a lungo i colorati giocattoli allineati sugli scaffali, appesi al soffitto, in lieto disordine sui banconi. C'erano bambole che piangevano e ridevano, giochi elettronici, cucine in miniatura che cuocevano torte e pizze. Non riuscivano a prendere una decisione. Si avvicinò a loro una graziosa commessa. "Vede", spiegò la donna, "noi abbiamo una bambina molto piccola, ma siamo fuori casa tutto il giorno e spesso anche di sera". "È una bambina che sorride poco", continuò l'uomo. "Vorremmo comprarle qualcosa che la renda felice", riprese la donna, "anche quando noi non ci siamo... Qualcosa che le dia gioia anche quando è sola". "Mi dispiace", sorrise gentilmente la commessa. "Ma noi non vendiamo genitori".

Una quindicenne la vede così:

Volevo latte E ho ricevuto il biberon.
Volevo dei genitori E ho ricevuto un giocattolo.
Volevo parlare E ho ricevuto un televisore.
Volevo imparare E ho ricevuto pagelle.
Volevo pensare E ho ricevuto sapere.
Volevo una visione generale E ho ricevuto un'ideuzza.
Volevo essere libera E ho ricevuto la disciplina.
Volevo amore E ho ricevuto la morale.
Volevo una professione E ho ricevuto un posto.
Volevo felicità E ho ricevuto denaro.
Volevo libertà E ho ricevuto un'automobile.
Volevo un senso E ho ricevuto una carriera.
Volevo speranza E ho ricevuto paura.
Volevo cambiare E ho ricevuto compatimento.
Volevo vivere...


Numeri telefonici dei sacerdoti dell’Unità Pastorale:

Don Lorenzo (Gromlongo) 035 540059 ; 3394581382.

Don Umberto (Barzana) 035 540012; 3397955650.
Don Paolo (Burligo) 035 550081.
Don Francesco 3333673045.
Don Giuseppe (Palazzago) 035 550336 ; 3471133405.


 

scarica modulo contributo alla Parrocchia da impresa

scarica modulo contributo alla Parrocchia da privato

letterina 20100912

L'affondo

Il dono maggiore

L'unica nota stonata è il figlio maggiore. Si sente defraudato, si arrabbia e non vuole entrare nonostante le preghiere del padre. Invece di dire "mio fratello" dice "tuo figlio"; elenca i misfatti del fratello. Chiuso nella sua perfezione fiscale, innalza barriere, suscita la divisione, protesta contro l'amore senza misura del Padre. Stando nella casa del Padre, in realtà ne è stato sempre lontano. Non si è accorto dell'amore e della vera eredità che è il padre stesso "tu sei sempre con me e ciò che è mio è tuo". Lo ha subito come padrone, come un datore di lavoro, ha vissuto il suo rapporto con lui come uno schiavo "ti servo da tanti anni" e non come dono. Il figlio minore diventa servo perché si è ribellato
al padre identificandolo con il padrone, l'altro si è sempre considerato un onesto garzone; è stato nella casa del Padre ma ha sopportato la sua presenza. Il rientro del primo, paradossalmente, smaschera la verità dell'altro. Quante volte, siamo più dalla parte del figlio maggiore, trincerati dietro una barriera fiscale, fatta di dare e avere. Troppo spesso il nostro amore vive di condizioni: "ti amo a condizione che tu..., perché tu..., se tu…” L'amore non può vivere di condizioni, non può essere tale solo perché aspettiamo che l'altro ci riami; esso è circolazione dall'uno all'altro, diviene vita sovrabbondante, permette che l'uno sia disponibile ai bisogni dell'altro, accoglienza e crescita reciproca.
Non si dona, dunque, per bisogno o per necessità, né tantomeno per un obbligo ma per portare a pienezza la vita, per potenziare una ricchezza interiore, per potere permettere all'altro di partecipare della ricchezza della propria vita. Il Padre ci invita a guardare con i suoi occhi. Chiede di non fermarsi a guardare come nella parabola del Figlio Prodigo, con gli occhi del figlio maggiore "ora che questo tuo figlio che ha divorato i tuoi averi con le prostitute è tornato, per lui hai ammazzato il vitello grasso" (Lc 15,30); ma di passare dalla parte del Padre. I suoi gesti sono intrisi di profonda tenerezza; l'abbraccio e i baci continui sono segni di perdono e riconciliazione. Il Padre tratta il figlio da eguale...non da schiavo o inferiore. Il perdono è il dono maggiore ".

 

Numeri telefonici dei sacerdoti dell’Unità Pastorale:

Don Lorenzo (Gromlongo) 035 540059 ; 3394581382.

Don Umberto (Barzana) 035 540012; 3397955650.
Don Paolo (Burligo) 035 550081.
Don Francesco 3333673045.
Don Giuseppe (Palazzago) 035 550336 ; 3471133405.


 

scarica modulo contributo alla Parrocchia da impresa

scarica modulo contributo alla Parrocchia da privato

letterina 20100905

L'affondo

 Un altro segno di croce

Una povera vedova inglese, caduta ammalata, fu portata in un ospedale di Londra, dove morì. Il suo unico figlio di otto o nove anni veniva intanto collocato in un orfanotrofio. Egli era cattolico irlandese, mentre l'orfanotrofio era protestante. Il parroco temendo per la fede del bambino, decise di ritirarlo da quell'istituto; se non che le autorità locali lo avevano già traslocato  in un altro asilo, con un nome diverso da quello di battesimo.
Per lungo tempo, il sacerdote rimase deluso nelle sue ricerche. Finalmente credette d'aver trovato l'orfanotrofio in cui viveva la pecorella del suo ovile.
Si reca all'asilo, esamina i registri, interroga il sopraintendente: nessun fanciullo cattolico, che porti un nome irlandese, è stato accolto in quell'istituto.
Il parroco è sul punto di smettere le ricerche, quando un'idea gli balena alla mente e chiede al sopraintendente il permesso di visitare tutti gli orfanelli. Quegli risponde che, proprio in quel punto, entravano in sala pranzo.
«Ragazzi», disse il sacerdote «guardate a me: Nel nome del Padre e...».
Aveva appena portata alla fronte la mano, quando scorse uno tra gli orfanelli alzare istintivamente la destra e segnarsi dicendo: del Figlio... Gli altri, erano 320, restarono immobili con evidente meraviglia.
«Questo è il cattolico, questo il fanciullo ch’io cercavo!» esclamò allora il sacerdote rivolgendosi al sopraintendente. Questi aveva sentito parlare del segno della croce fatto dai cattolici, ma confessò che non avrebbe mai pensato che fosse tanto efficace, da far ritrovare un bambino perduto.


Numeri telefonici dei sacerdoti dell’Unità Pastorale:

Don Lorenzo (Gromlongo) 035 540059 ; 3394581382.

Don Umberto (Barzana) 035 540012; 3397955650.
Don Paolo (Burligo) 035 550081.
Don Francesco 3333673045.
Don Giuseppe (Palazzago) 035 550336 ; 3471133405.


 

scarica modulo contributo alla Parrocchia da impresa

scarica modulo contributo alla Parrocchia da privato

letterina 20100829

L'affondo

 Due domande ad Enzo Bianchi

Lei  ricorda che  la violenza e l’aggressione verbale sono un habitat quotidiano: a cominciare dalla tv tutti si sentono autorizzati e incoraggiati alla rissa, al dileggio, alla rottura delle regole. Alternative possibili secondo lei ce ne sono? 

«Un’alternativa sarebbe il silenzio o, meglio, l’articolazione intelligente tra silenzio e parola: la scelta di tempi e momenti opportuni per dire una parola che abbia la possibilità di essere ascoltata. È inutile aggiungere anche il proprio urlo al vociare indistinto, 'a caldo': meglio fermarsi un attimo, pensare, lasciare che le emozioni si plachino, fare 'memoria' dell’evento particolare per rileggerlo in una prospettiva più ampia, con un respiro più universale. A volte ci sono silenzi molto più eloquenti di tante urla».


Quando parla del dialogo lei afferma che il fine non è il consenso. Un’idea di comunicazione differente a quella cui siamo abituati, se pensiamo soprattutto al confronto politico. Quali elementi sono necessari per dialogare veramente?

«Innanzitutto la consapevolezza di essere parte di un’unica umanità, la solidarietà tra esseri umani, la convinzione che perfino il mio nemico può essere il mio migliore maestro, in quanto nel dialogo, anche acceso, mi obbliga a far emergere il meglio di me stesso per sostenere il mio punto di vista e la rettitudine del mio pensare e agire. Da un dialogo autentico non si esce con il trionfo di un pensiero unico, ma con una riflessione più articolata, cosciente dei propri limiti e della propria fondatezza. E anche, con il rispetto delle idee dell’altro».


Numeri telefonici dei sacerdoti dell’Unità Pastorale:

Don Lorenzo (Gromlongo) 035 540059 ; 3394581382.

Don Umberto (Barzana) 035 540012; 3397955650.
Don Paolo (Burligo) 035 550081.
Don Francesco 3333673045.
Don Giuseppe (Palazzago) 035 550336 ; 3471133405.


 

scarica modulo contributo alla Parrocchia da impresa

scarica modulo contributo alla Parrocchia da privato

letterina 20100822

L'affondo

 Humanum est

Mentire, rubare "non è il vero essere umano". Certo, solo gli esseri umani mentono e rubano, è proprio della nostra natura ferita cadere in comportamenti deprecabili.
Rubare, mentire e più in generale trasgredire uno dei dieci comandamenti - le dieci parole che narrano la verità intima dell’uomo - non è solo questione di commettere un peccato, di infrangere un precetto religioso, vuol dire anche e soprattutto tradire la propria e l’altrui dignità umana. Umano, infatti, non è ciò che fan tutti, cedendo al proprio istinto, assecondando il proprio egoismo o usando in modo distorto delle proprie capacità intellettive. Umano, invece, è ciò che rende l’uomo degno di tal nome, ogni gesto e parola che crea comunione, che accresce la vita, che manifesta solidarietà verso i propri simili. Homo homini lupus recita l’antichissimo adagio ma, appunto, così facendo l’uomo si mostra lupo non uomo! In questo senso il messaggio biblico, e quello evangelico in particolare, sono una "buona notizia" innanzitutto antropologica: ci aiutano a capire, svelano ai nostri occhi l’autentica qualità dell’uomo. .. Quando diciamo che certi comportamenti appartengono alla "natura umana", che sono inevitabili, quando ne sminuiamo la gravità chiamando tutti a correi, quando ci rifugiamo nell’ "errare humanum est", noi in realtà offendiamo la dignità umana, sviliamo l’uomo che invece è capace di pensare, agire, vivere secondo una volontà di bene e non di male. Del resto, quando alcuni gesti malvagi vengono portati all’estremo, la nostra reazione non è forse proprio quella di considerarli disumani, bestiali, estranei all’uomo come lo concepiamo idealmente? Il vangelo ci dice  che in ciascuno di noi alberga l’uomo vero, una persona capace di rapportarsi con gli altri e con le cose non nello spazio della preda e della menzogna, ma in quello della condivisione, della solidarietà, della verità che è carità, attenzione agli altri e alla vita piena.  

Enzo Bianchi


Numeri telefonici dei sacerdoti dell’Unità Pastorale:

Don Lorenzo (Gromlongo) 035 540059 ; 3394581382.

Don Umberto (Barzana) 035 540012; 3397955650.
Don Paolo (Burligo) 035 550081.
Don Francesco 3333673045.
Don Giuseppe (Palazzago) 035 550336 ; 3471133405.


 

scarica modulo contributo alla Parrocchia da impresa

scarica modulo contributo alla Parrocchia da privato

letterina 20100815

L'affondo

 15 agosto

Il 15 agosto è l’anniversario del giorno in cui a Gerusalemme, nel V secolo, è stata dedicata una delle prime chiese a Maria. I cristiani hanno da sempre pensato che Maria fosse associata in modo unico al mistero del suo Figlio, compreso il momento della morte. Così è sorta la convinzione che Maria fosse stata introdotta a partecipare anche alla risurrezione di Gesù. Ben presto non si è usato più parlare della «morte» di Maria, ma si è preferito chiamarla «dormizione», intendendo affermare come Maria non avesse conosciuto la corruzione del sepolcro. Il corpo che aveva dato carne al Verbo di Dio non poteva non partecipare della gloria divina.
L’assunzione di Maria rimane un mistero e come tale è incomprensibile ai nostri occhi e difficile da penetrare per la nostra mente. Ma in Maria contempliamo l’opera del Figlio, e tutto ciò che avviene in lei, avviene per mezzo di suo Figlio, unico Salvatore degli uomini. Ciò che oggi celebriamo in Maria è ciò che è promesso a tutti e che noi crediamo già realizzato in Gesù, ossia la risurrezione dei nostri corpi mortali. Invece di essere una difficoltà per la nostra fede, l’Assunzione può diventare un aiuto prezioso, un momento di crescita nella speranza delle realtà future. Una speranza per la pienezza della nostra risurrezione, quando in corpo ed anima anche noi contempleremo per l’eternità il volto di Dio.  
Ma guardiamo a lei, la donna vestita di sole dell’Apocalisse. Guardiamo alla Madre di Gesù che, incinta, corre da Elisabetta. Guardiamola mentre va in fretta dalla cugina, anche lei in attesa di un figlio. Maria, pellegrina nella fede come ognuno di noi, viene proclamata beata proprio perché ha creduto. Dalla fede-abbandono di Maria nasce quel cantico di lode che Luca ha inserito come gioiello di unica bellezza nel suo Vangelo. Maria canta Dio. Con il Magnificat ella  ci dice chi è il Dio nel quale ha creduto. Anche noi dobbiamo guardare Dio in cui diciamo di credere come Maria


Numeri telefonici dei sacerdoti dell’Unità Pastorale:

Don Lorenzo (Gromlongo) 035 540059 ; 3394581382.

Don Umberto (Barzana) 035 540012; 3397955650.
Don Paolo (Burligo) 035 550081.
Don Francesco 3333673045.
Don Giuseppe (Palazzago) 035 550336 ; 3471133405.


 

scarica modulo contributo alla Parrocchia da impresa

scarica modulo contributo alla Parrocchia da privato